Quando la Parola diventa Presenza

Aprire la Bibbia per chi crede è come varcare la soglia di una porta che si affaccia sul mistero di Dio: dalle pagine dell’Antico Testamento a quelle del Nuovo essa è custode dell’identità dei credenti e luogo della manifestazione di Dio. Basti pensate a brani come Neemia 8 o Isaia 55.

Lo stesso Gesù, per illustrare il mistero che avvolge la sua persona, incammina i suoi sulle strade della Scrittura quando, ai discepoli di Emmaus, «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Luca 24,27). Insegnamento seguito poi dagli apostoli che dimostravano pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù era il Cristo (Atti 19,18).

Oggi la tradizione ebraica continua a riservare ai rotoli della Torah un culto particolare: li veste, li bacia, li incorona, li accompagna con espressioni di gioia quando attraversano l’aula della sinagoga. Similmente, la tradizione bizantina accostava la processione di intronizzazione della Parola all’ingresso di Gesù in Gerusalemme, offrendo un segno evidente di come il Libro Sacro non contenesse solo un testo ma esprimesse una Presenza, «viva ed efficace» (Ebrei 4,12).

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Dogmatica Dei Verbum, ha chiaramente espresso il ruolo della Parola di Dio nella vita della Chiesa. Nel capitolo 6 ricorda che «la Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (n. 21). Tema ripreso e approfondito da Benedetto XVI  dall’Esortazione apostolica Verbum Domini, che dedica un’intera sezione alla “sacramentalità della Parola” affermando che questa: «si lascia comprendere in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. Accostandoci all’altare e prendendo parte al banchetto eucaristico noi comunichiamo realmente al corpo e al sangue di Cristo. La proclamazione della Parola di Dio nella celebrazione comporta il riconoscere che sia Cristo stesso ad essere presente e a rivolgersi a noi per essere accolto» (n. 56).

Da qui la centralità della Parola di Dio nella vita e nella preghiera dei credenti. Ci piace richiamare quanto evidenziava Thomas Merton: «Ogni lettura seria della Bibbia implica un coinvolgimento personale, non una semplice adesione mentale a delle proposizioni astratte», pur sapendo che «è pericoloso restare coinvolti nella Bibbia: il libro ci giudica… Essere coinvolti nella Bibbia non significa semplicemente accettare tutto ciò che dice, senza il minimo borbottio di difficoltà. Significa essere disposti a discutere e a lottare».

Negli ultimi cinquant’anni, nella Chiesa cattolica, l’amore per la Bibbia è cresciuto in tanti modi: sono cambiate la preghiera, la catechesi, la liturgia. Eppure, non si è ancora affermata pienamente tra i credenti la familiarità con la Bibbia. Probabilmente è stato proprio questo il motivo che ha spinto Papa Francesco a suggerire, al termine dell’anno giubilare della misericordia, che la Chiesa intera dedicasse una domenica a questo inesauribile tesoro: «Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. Non mancherà la creatività per arricchire questo momento con iniziative che stimolino i credenti ad essere strumenti vivi di trasmissione della Parola. Certamente, tra queste iniziative vi è la diffusione più ampia della lectio divina, affinché, attraverso la lettura orante del testo sacro, la vita spirituale trovi sostegno e crescita» (Misericordia et misera 7).

La Comunità Sant’Egidio, fondata da Andrea Riccardi, e la Società San Paolo, fondata dal Beato Giacomo Alberione, coinvolgendo diverse diocesi in Italia e nel mondo, stanno cercando di dare un primo volto concreto a tale desiderio. La data scelta è quella della domenica più prossima alla festa di San Girolamo. Per aiutare la Chiesa a rimanere discepola di questa Parola «viva ed efficace».

Giacomo Perego

 

* Giacomo Perego, sacerdote paolino italiano, è il superiore della comunità di Cinisello-Balsamo e Coordinatore internazionale del Centro Biblico San Paolo.

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