Ecco come vivere la Domenica della Parola

Un’iniziativa, sostenuta dai Paolini e dalla Comunità di Sant’Egidio, cerca di dare corpo all’invito del Santo Padre per un’impegno forte nella diffusione, conoscenza e approfondimento della Sacra Scrittura. Proposto un Itinerario della Parola a Roma. Materiale pronto in luglio.

Dopo il concilio Vaticano II, nella Chiesa cattolica l’amore per la Bibbia è cresciuto in tanti modi. Sono cambiati la preghiera, la liturgia e anche l’approccio alla teologia. Ma non si è ancora affermata pienamente nel popolo di Dio la familiarità con la parola di Dio. Probabilmente è stato questo il motivo che ha spinto Papa Francesco a dedicare, al termine dell’Anno giubilare della misericordia, una domenica a questo inesauribile tesoro: «Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. Non mancherà la creatività per arricchire questo momento con iniziative che stimolino i credenti ad essere strumenti vivi di trasmissione della Parola» (Misericordia et misera 7).

Iniziativa dei Paolini e della Comunità di Sant’Egidio
La Comunità di Sant’Egidio e la Società San Paolo, coinvolgendo diverse diocesi in Italia e nel mondo, hanno cercato di dare un primo volto concreto a tale desiderio, facendosi loro stessi promotori della Domenica della Parola, pensata come una viva e dinamica “festa della Bibbia”. La data scelta è quella dell’ultima domenica di settembre, la più prossima alla memoria di san Girolamo (30 settembre), che ha dedicato alla Bibbia l’esistenza, tra il 347 e il 420 d.C.

Non solo un libro, ma un’esperienza
Aprire la Bibbia per chi crede è come varcare la soglia di una porta che si affaccia sul mistero di Dio: dalle pagine dell’Antico Testamento a quelle del Nuovo, essa è custode dell’identità dei credenti e luogo della manifestazione di Dio.

Proprio per tale ragione, il libro  della Bibbia è da sempre esposto alla venerazione dei credenti, quale spazio della manifestazione di Dio, la cui Parola crea, plasma, rinnova, forgia. Ne sono un esempio molto esplicito sia la tradizione ebraica sia quella della Chiesa antica. La tradizione ebraica riserva ai rotoli della Torah un culto particolare: li veste, li bacia, li incorona, li accompagna con espressioni di gioia quando essi attraversano l’aula della Sinagoga per essere portati dalla nicchia o “Arca” che li custodisce al “Trono” della proclamazione.

Similmente, nella tradizione bizantina, la Parola veniva intronizzata durante la celebrazione con una vera e propria processione accompagnata da canti ed espressioni di gioia, creando un significativo parallelismo tra l’ingresso della Parola e l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Segni evidenti e chiari di come il libro sacro sia molto più di un semplice testo.

Parola ed eucaristia
C’è un rapporto molto stretto tra la parola di Dio e l’eucaristia. San Girolamo scriveva: «Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso che le Sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: “Chi non mangerà la mia carne e non berrà il mio sangue” (Gv 6,53), benché queste parole si possano intendere anche del mistero eucaristico, tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la parola della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. Quando ci rechiamo al mistero eucaristico, se ne cade una briciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la parola di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?». Di fronte a queste parole, Benedetto XVI commentava: «Cristo, realmente presente nelle specie del pane e del vino, è presente, in modo analogo, anche nella Parola proclamata nella liturgia » (Verbum Domini 56).

Quando, negli anni ’20 (molto prima del concilio Vaticano II!), il fondatore della Famiglia paolina, il beato don Giacomo Alberione (1884-1971), organizzava le prime Domeniche della Bibbia, egli sottolineava: «Due sono le vie con cui Dio dà la sua vita ai cristiani: l’eucaristia e il Vangelo; ciascuna da sola è incompleta per formare il cristiano vero, tant’è che ci sono molti che fanno la comunione sovente, ma poi hanno idee ben diverse da Gesù Cristo… Bisogna ritornare alla comunione completa con Gesù Cristo, come cibo e come verità».

Da questa convinzione nacquero, dal 1921 in poi, iniziative di ogni genere che hanno visto coinvolti in prima linea numerosi Paolini e Paoline in Italia e nel mondo: feste del Vangelo, settimane bibliche, corsi biblici di introduzione e di approfondimento, documentari sulla Bibbia, attenzione al cinema e alla musica per riproporre attraverso immagini e note le pagine più salienti della Scrittura, fino ad arrivare a manifestazioni come il Festival biblico che vede protagoniste ogni anno, insieme ai Paolini e alla diocesi di Vicenza, altre cinque diocesi (Verona, Padova, Andria-Rovigo, Trento e Vittorio Veneto), con il coinvolgimento di oltre 40.000 persone.

Un pellegrinaggio “dedicato”: l’Itinerario della Parola
Per caratterizzare la Domenica della Parola, i Paolini, a partire dal mese di luglio, metteranno a disposizione diversi materiali (un sussidio, cartoline, segnalibri, schemi di lettura orante della Parola, edizioni diversificate delle Bibbie e dei Vangeli, pieghevoli…) e, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, inaugureranno in settembre l’Itinerario della Parola, un cammino in sette tappe che, nella città di Roma, vuole offrire ai gruppi la possibilità di vivere due o più giornate all’insegna della ricchezza della parola di Dio nella vita e nella storia dei credenti. Le tappe del percorso toccano:

  1. La Parola studiata: il Pontificio istituto biblico. Insieme all’École Biblique di Gerusalemme e allo Studio biblico francescano, rappresenta una delle poche istituzioni accademiche che, nel mondo, sono abilitate a rilasciare il dottorato in scienze bibliche. Si tratta di un luogo di ricerca e di approfondimento di grande autorevolezza.
  2. La Parola vissuta: la chiesa di San Bartolomeo sull’Isola Tiberina. Dedicata ai martiri della Parola, mostra il lato esigente di una Parola che ha segnato la vita e il dono di persone del nostro tempo.
  3. La Parola trasmessa: la Sinagoga ebraica. Un luogo sacro che ci ricorda le nostre origini, il tesoro enorme
    della Torah, la ritualità e la venerazione che la tradizione ebraica le riserva.
  4. La Parola incarnata: la Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Una delle Chiese mariane più antiche della storia cristiana, aiuta a sostare sul grande mistero dell’incarnazione, contemplando colei che ha concepito, generato, portato il Verbo di Dio fatto carne.
  5. La Parola condivisa: la Via Ostiense. Spazio dedicato al cammino e alla condivisione, percorrendo il luogo del tradizionale abbraccio tra Pietro e Paolo prima del martirio, ci aiuta a ricordare che la Parola va condivisa e cresce nel dono vicendevole.
  6. La Parola annunciata: la basilica di San Paolo fuori le mura. Qui la Parola ci pone in contatto con il grande missionario delle genti, l’Apostolo Paolo, a cui dobbiamo il testo più antico del Nuovo Testamento in nostro possesso: la Prima lettera ai Tessalonicesi.
  7. La Parola comunicata: la sottocripta del santuario Regina Apostolorum, dove riposano le spoglie del beato Giacomo Alberione; davanti all’urna siamo invitati a riflettere sulle molteplici vie in cui la comunicazione può farsi veicolo della parola di Dio sull’esempio di un fondatore che vi ha dedicato l’intera vita.

Durante l’itinerario è possibile incontrare un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio o della Società San Paolo per una testimonianza o per vivere insieme momenti di preghiera e di approfondimento della Parola. L’organizzazione tecnica dell’Itinerario è affidata in esclusiva a:Geaway srl Tour Operator, Via G.M. Ferrario, 26 – 20864 Agrate Brianza (Mb). Referente per vivere il pellegrinaggio è Silvana Brusamolino (silvana@geaway.it).

Essere coinvolti nella Bibbia
Come evidenziava Thomas Merton, «ogni lettura seria della Bibbia implica un coinvolgimento personale, non una semplice adesione mentale a delle proposizioni astratte», pur sapendo che «è pericoloso restare coinvolti nella Bibbia: il libro ci giudica. […] Essere coinvolti nella Bibbia non significa semplicemente accettare tutto ciò che dice, senza il minimo borbottio di difficoltà. Significa essere disposti a discutere e a lottare». Gli fa eco il beato Alberione quando osserva: «Mi ha fatto una certa impressione la lettura del filosofo Alfred Loisy, che aveva letto e studiato la Bibbia e non si è convertito nemmeno in punto di morte. Nella Bibbia Gesù Maestro si mostra per noi: Via, Verità e Vita. Allora la Parola frutterà il 60 e il 100 per uno».

Non basta leggere e studiare la Parola, occorre lasciare che essa penetri nella nostra vita e dischiuda il suo tesoro mettendoci in contatto vivo con colui che è la nostra Via, Verità e Vita.

Giacomo Perego ssp
Biblista