IMPARARE – Come la “pensa” Dio

Se la Bibbia va preso come un libro, scritto in più riprese, da molte mani, con un unico intento, per un solo fine, sarebbe interessante considerarlo in prospettiva di storia delle idee. Perché questo, fondamentalmente, la Bibbia trasmette. Idee. Condivisibili o no, con pretesa di assoluta adesione o meno, ma idee. Ciò che Dio pensa sul mondo, sul creato, sull’uomo, sul perdono, sul rispetto, sul peccato, sulla salvezza, sul dare la vita.

La parola “idea” deriva dal termine greco “vedere”. Chi legge la Bibbia, con Israele prima, con Gesù poi, diviene attore nel vedere le meraviglie che Dio, nuovamente, compie.
Il Maestro, per esempio, nelle parabole fa così: non dice che cosa debba fare l’uomo, ma racconta, anzitutto, com’è fatto Dio, come la pensi a proposito del perdono e della misericordia. Quel padre che attende, nella casa (cfr. Lc 15) che i due fi gli ri-entrino, il Pastore che va in cerca della pecora perduta, la donna che smobilita la casa e la spazza per ritrovare la moneta non hanno forse il sapore di ciò che Dio fa e pensa continuamente? Senza dimenticare la porta chiusa davanti alle cinque vergini sprovvedute che non hanno l’olio (cfr. Mt 25,10) o le parole di biasimo nei confronti del servo che non ha fruttato il talento (cfr. Mt 25,26). Forse Dio fa il tifo perché le porte si chiudano e noi rimaniamo fuori? O spera che il talento seminato in noi non fruttifi chi? O non spera, con tutti i suoi sentimenti, che ciascuno raddoppi, ami, impari a perdonare?

Se la Parola è accolta e interiorizzata, proviamo l’ebbrezza di pensare e agire “come Dio”.