Cardinale Gianfranco Ravasi

 

Devo riconoscere che la mia esistenza è stata fondamentalmente legata alla Bibbia. Ho passato almeno 40 anni della mia esistenza ininterrottamente a parlare in pubblico e a scrivere delle Sacre Scritture. Due sono anche i livelli nei quali la Bibbia entra nell’interno della
mia esistenza personale: da un lato certamente lo studio, che è fondamentale; è una parola infatti incarnata che esige di essere decifrata,  approfondita, scavata e dall’altra parte è  pur sempre forse la lettura quotidiana che al mattino e alla sera e certe volte nell’interno della mia stessa giornata fa sì che sia come in qualche modo quella parola che illumina l’esistenza stessa. O che dà senso anche a certe scelte che si devono fare.

Ed è per questo motivo che quando è giunto nell’interno della mia vita un momento particolare come quello del diventare vescovo, ho scelto come sigla ideale, come stemma mio, come motto una frase dell’apostolo Paolo che è nell’interno del testamento stesso suo, alle soglie della sua morte, quando scrive al suo discepolo Timoteo. E la frase è: “Annuncia la Parola”. Io l’ho messa in latino, naturalmente, praedica Verbum, come è d’uso. Ma questo “Annuncia la Parola”, questo imperativo, è stato in un certo senso quasi l’imperativo che ha dominato la mia esistenza fin dagli inizi, quando ho cominciato la prima volta a studiare l’ebraico, a percorrere il testo biblico nell’Antico Testamento, poi nel Nuovo, attraverso il greco, attraverso i testi originali.

Soprattutto, devo dire, un’esperienza particolare è stata quella che ho condotto attraverso Famiglia Cristiana quando negli anni ’80 abbiamo elaborato una monumentale Bibbia per la famiglia in dieci volumi, fascicolo per fascicolo in ogni numero della rivista in modo tale da poter far sì che questa Parola diventasse veramente ciò che è sognato dalla Bibbia stessa nell’interno del salmo 119, cioè che la Parola di Dio diventi “Lampada per i passi nel cammino dell’esistenza”, una fiaccola che illumini la storia dell’umanità e soprattutto del singolo fedele ma anche, io penso, di tutto la cultura contemporanea. Ed è per questo che continuerò fino alla fine della mia vita, fino a quando avrò possibilità, a far sì che questa lampada sia accesa per me, sia accesa per quelli che mi ascoltano o che mi incontrano.

Cardinale Gianfranco Ravasi, biblista